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Album

   
 

Enrico Carrino - lowlife (2015/autop.)
- Recensione -

Recensione
Amepantin & AV-K - pantin (2012/autop.)
Ame - the king of tramps (2010/autop.)
Ame - goodbye (2007/autop.)
Ame - burned flowers (2006/autop.)
 

 

 

Antonio Ciarletta  Onda rock

 

Dicemmo di Amè appena l’anno passato in occasione dell’uscita di “Burned Flowers”, cd-r autoprodotto  di gradevole fattura che sciorinava una serie di ballate desertiche, a metà tra dei Calexico devoluti e cantautorati lo-fi della miglior specie.
Con questo “Goodbye” il buon Carrino ci prova nuovamente e fa ancora centro, pigiando l’acceleratore su ciò che sa far meglio: produrre mini-suite sufficientemente elaborate con il solo accompagnamento di  chitarre - ora acustiche ora elettriche - e qualche effetto rumoristico a spiovere qua e là.

Fatta eccezione per  alcuni episodi tendenti allo sperimentalismo (forzoso) – su tutte le autistiche “Rayn…” e “Rats In Rap”, che vorrebbero rimandare al Fahey di “Womblife” e “City Of Refuge” - “Goodbye” ha i suoi punti di forza in almeno quattro-cinque composizioni, scarne e caratterizzate da un incedere spettrale davvero annichilente. Pensate al Richard Youngs dell’ultimo “Autumn Response“ (“Father”, “The Bug)”, ai Varnaline di “Man Of Sin” (“Don’t Stop Me”, “Morning Blues (9:00)”) e avrete un metro affidabile attraverso cui “misurare” il talento rielaborativo di Carrino.
ll resto si mantiene su discreti livelli, tra abluzioni desert-blues (“DiazePamartinight”, “Windows”) e raffinate acusticherie tex-mex (“Ich Bin Verruckt”, “Trip”).
Detto questo, fa però specie il ricorso all’autoproduzione, considerando ciò che si sente in giro attualmente. Perché se curate da mani sapienti, le canzoni di “Goodbye” acquisirebbero ben altro spessore. Che qualcuno si faccia avanti una buona volta!


















enrico carrino @ 2016